Vedere Joe così silente e poco convinto, quasi mi faceva sorridere. Lui sembrava così tanto forte e spensierato, in realtà era semplicemente un reietto, un po' come Rosso Malpelo, così tanto ridicolizzato dalla società da farlo ribellare contro coloro che proprio aveva odiato. Mi era sempre stato vicino, ecco perchè ci tenevo affinchè si fidasse di me. E poi non avevo intenzione di fare niente di compromettente con Brittany. Quindi poteva stare tranquillo. In un certo senso, lui si preoccupava per me quasi più dei miei genitori, o di mia sorella. Mi diede un'ultima occhiata prima di voltarsi per preparare il mio freppè ed il suo gelato. Ci diede tutto, e grugnì qualcosa del tipo
"Scusate se non è all'altezza di una cheerleader.." Non ci badai troppo, e sperai che Brittany facesse altrettanto, anche perchè non lo diceva con cattiveria, ma era solo istinto ed abitudine. Presi il bicchierone col frappè e lasciai che la bionda si prendesse la sua coppa a tre gusti. Feci un occhiolino a Joe sorridendo, sapendo che non avrebbe mai chiesto a me, la sua adorata, di pagare. Non me ne stavo approfittando, era una sorta di accordo che c'era tra di noi. Da quando andavo lì, mi ero confidata con lui, e lui mi aveva sempre detto che avrei pagato quando sarei diventata ricca.
Metti tutto sul mio conto! Esclamai voltandomi dandogli un ultimo sorriso, che lui non riuscì a non ricambiare, sciogliendosi finalmente e dischiudendo le labbra così da smuovere le piccole rughe che vi erano intorno, e poi al fianco di Brittany mi incamminai verso uno dei tavolini. Mi accomodai su una sedia. Erano comode, anche se erano delle semplici poltrone di plastica. I cuscini su quelle li aveva cuciti la moglie di Joe. Anche lei era una donna in gamba. Mi avvicinai le cannuccia alle labbra, e bevvi un sorso di frappè. Era decisamente dolce e fresco, quello che mi serviva in un momento simile. Lanciai uno sguardo a Brittany, stringendomi nelle spalle.
Dimmi qualcosa di te. Qualcosa che non sa nessuno. Era una richiesta strana ed azzardata. Un po' come me del resto. Rispecchiava in pieno il mio carattere. Dopotutto, non potevamo certo parlare d'altro se non di noi in quel momento, perchè non ci conoscevamo affatto, e di lei sapevo solo che faceva la cheerleader e che le piaceva il gelato, di nascosto dalla sua coach. Non bastava per potermi fidare o per poter dire qualcosa di più profondo. Le stavo lasciando un certo margine di scelta in quel momento. Poteva dirmi una cosa di poco conto, superflua, oppure qualcosa di più sincero e profondo.